top of page

I MIEI PROGETTI

Uno spazio e un tempo per ritrovarsi, DMT per adulti.

Motivazioni, obiettivi, spunti di riflessione.

 

La scelta di una ricerca relativa alla Danzamovimentoterapia per adulti “normalmente nevrotici” nasce dalle mie riflessioni, legate a diverse esperienze di lavoro con un’utenza caratterizzata dalla possibilità di scegliere spontaneamente di intraprendere un percorso di DMT, attraverso un vero e proprio “contratto terapeutico” tra utente e terapeuta. La DMT per adulti ha luogo generalmente in strutture private, nelle quali gli utenti giungono in parte attraverso canali pubblicitari, talvolta inviati da persone che nella DMT hanno trovato una fonte di benessere e si sentono di consigliarla ad altri. L’obiettivo di questo lavoro di ricerca nasce principalmente da un’esigenza pratica riguardante il mio lavoro di danza terapeuta: cercando di portare benefici all’offerta di percorsi di DMT per adulti che tengono conto dei bisogni degli utenti, attraverso l’analisi e l’osservazione di motivazioni, di scelte, e di obiettivi. L’esperienza durata circa 4 mesi con un incontro settimanale rivolto a donne adulte normodotate tra i 45 e 60 anni, svoltasi presso l’associazione culturale “Libero di volare”.

Ho scelto di prendere brevemente in considerazione anche il tema della spinta motivazionale, attraverso la raccolta di risposte alla domanda “perché sono qui?”, rivolta alle persone che si sono recate al primo incontro di DMT.  Ciò mi ha permesso di raggiungere le motivazioni delle utenti che riguardano una loro motivazione profonda, che raramente è chiara all’utente sin dall’inizio per conoscere meglio se stessi attraverso l’esperienza corporea, il desiderio di muoversi e tornare alla danza, e  la curiosità di provare una nuova esperienza.

Dall’osservazione delle suddette esperienze emerge che talvolta alcuni utenti si fermano al primo incontro per timore e imbarazzo, davanti alla scoperta che la danza può essere terapeutica, altri scelgono di partecipare a successivi incontri, dando continuità al proprio percorso ma preferiscono esperienze saltuarie, una piccola percentuale sceglie di intraprendere un percorso più lungo e continuativo.

Questa conclusione mi ha spinta a toccare il concetto di scelta, facendo riferimento all’ esperienza sopra indicata che mi ha permesso di analizzare tale argomento. 

Durante il percorso preso in considerazione una parte del gruppo, di fronte alla scelta se proseguire il percorso di DMT o praticare altre attività che facevano in precedenza, ha compiuto la scelta di continuare il percorso di DMT. Questo passaggio importante viene sottolineato e osservato attraverso alcune qualità di movimento delle utenti, che si traduce nella possibilità di cambiamento e la capacità del gruppo di compiere una scelta, non in ultimo aggiungerei il profondo ascolto interiore che permette di lasciare fluire con semplicità e naturalezza accogliendo ciò che nasce durante le sedute, trasformando le resistenze e i timori in accoglienza e fiducia.

Nonostante dal  percorso di DMT preso in considerazione in questa sede emergano risultati positivi, attraverso la registrazione in generale di un miglioramento a livello motorio, espressivo relazionale e nell’insieme del corpo e dell’umore, la scelta delle utenti di proseguire il percorso si rinnova continuamente e per questo ho ritenuto utile dedicargli uno spazio di descrizione.

Un altro motivo per cui le utenti  compiono la scelta di continuare, obiettivo stesso della DMT, riscontrato a livello pratico attraverso l’analisi dei bisogni, e l’ascolto della condivisione finale degli incontri delle sedute dall’emergere del bisogno di libertà dal condizionamento.

La possibilità di soddisfare tale bisogno è analizzata attraverso riflessioni teorico-pratiche che fanno riferimento al concetto di spazio- tempo, ossia di come l’utenza ha vissuto il setting e le regole di contenimento del percorso e di come hanno strutturato il movimento in questo spazio-tempo. Infatti la DMT permette la libertà dal condizionamento attraverso la predisposizione del setting, spazio e tempo dedicato all’attività che comprende regole che garantiscono alle utenti e al terapeuta la libertà di potersi esprimere nello spazio di lavoro. A tal proposito ho scelto di supportare la teoria con esempi pratici di predisposizione del setting .

Attraverso il supporto pratico del rituale, che chiamerò il “rituale tra terra e cielo”, proposto all’utenza ad ogni inizio e fine seduta, suggerimento della metodologia della DMT (DMT di ispirazione antropologica che fa capo all’expression primitive), permette alle utenti di trovare il proprio spazio e tempo, utile come passaggio da una comunicazione verbale ad una non verbale, da un tempo ad un altro e da uno spazio ad un altro. Il rituale permette alle utenti anche di ascoltare il proprio spazio interiore, delineando un proprio spazio rispetto all’esterno in cui sentirsi protette. Concedersi un proprio tempo aiuta a decodificare dei ritmi interni ai quali si è soliti non portare attenzione.

Per definire meglio il percorso ho preso in analisi la problematica presentata dall’ utenza trattata, donne che attraversano la fase della seconda età adulta (o mezza età )che è caratterizzata spesso da una vera e propria “crisi di mezza età”, essendo una fase di transizione  in cui ci possono essere profondi cambiamenti sia da un punto di vista corporeo e quindi fisiologico e anatomico, come il periodo della menopausa, e cambiamenti delle capacità intellettive e cognitive, sia il ruolo che si ha nella società e nella famiglia in cui può presentarsi la “sindrome del nido vuoto”.

In conseguenza alla non accettazione ed alla poca capacità di rimodularsi in base ai cambiamenti imprevisti e sconosciuti di questa fase di passaggio queste donne presentano parti di sé dimenticate o addormentate in conseguenza all’età, alle patologie sviluppate nell’arco della vita ed allo stile di vita del quotidiano, inoltre presentano una perdita dell’autostima e quindi una crisi sul senso d’identità, hanno problemi di relazione con l’altro e non in ultima la paura di invecchiare.

L’idea è stata quella di utilizzare la valenza terapeutica della danza e quindi del processo creativo che questa comporta per risvegliare le parti di sé e migliorare la percezione del sé corporeo, prenderne contatto per ri-riconoscerlo e integrare la consapevolezza corporea con il recupero dell’armonia interiore e l’espressione attraverso il corpo. Recuperare l’autostima per poter dare un nuovo senso a questa fase di vita e al futuro, quindi far uscire nuove risorse liberando le emozioni represse, migliorando le relazioni con l’altro e facendo entrare a far parte della propria vita l’azione creativa come mezzo di nutrimento e di sostegno.

Infatti la DMT è un importante strumento di espressione globale della persona, è una forma di manifestazione delle dimensioni profonde della natura umana che attraverso la ricerca di movimenti più autentici, cioè quelli istintivi collegati al nucleo più essenziale ed intimo di noi stessi, ci aiuta ad esprimere in ognuno le proprie capacità e il proprio stile.

 

Il mio counseling contro il burn out: DMT a sostegno degli operatori sanitari

 

Il mio interesse per la DMT è nato dal desiderio personale di riavvicinarmi alla danza , arte che ho sempre amato in modo viscerale e che in molti momenti del mio vissuto ho riconosciuto come un metodo di cura.

Ricordo da bambina gli spettacoli che organizzavo per amici e parenti, i balli organizzati in strada con lo stereo coinvolgendo gli amici.

Ricordo un periodo di grande difficoltà di crescita in cui con un libricino come guida provavo su di me l’arte dello psicodramma corporeo, cercando di rappresentare con il corpo ciò che viveva dentro di me ed è proprio così che mi sono appassionata a questa tematica.

La mia fortuna è stata anche quella di aver avuto un insegnante di danza esperto e con il suo aiuto ho migliorato la mia capacità psicomotoria.

Infatti, ricordo, che per fare la piroette non serviva solo il corpo, ma soprattutto una sicurezza emotiva, e potrei raccontarne mille altre..

Per tutti questi motivi ritengo di voler essere portatrice di questo messaggio e portatrice della metodologia della danza movimento terapia.

L’interesse per gli operatori sanitari nasce in me dal fatto, che in primis  sono un’infermiera e che per un periodo ho provato tutte quelle frustrazioni malate dentro di me presenti in un ospedale quotidianamente e che tutti nominano come burn out o stress da lavoro correlato.

Il bisogno, o meglio i bisogni per gli operatori che porto in analisi ora sono sicuramente la necessità di condurre fuori di sè, di trasformare la propria emotività carica di sentimenti come la rabbia, la tristezza di un vissuto tra il dolore, la stanchezza fisica e la frustrazione, in un energia costruttiva da riutilizzare anche per accudire l’altro.

Avere un tempo e uno spazio dedicato alla cura dell’operatore, al loro benessere, uno spazio intimo in cui portare i propri vissuti all’interno dell’azienda in cui si lavora.

Inoltre ho riflettuto sul fatto che l’operatore è sempre concentrato sul benessere del paziente, sui suoi bisogni, e le sue cure incentrate sulla promozione di uno stile di vita sano sempre per l’altro, e così quasi gli viene tolto il diritto e il dovere ad essere sano ed essere in grado di occuparsi di se stesso.

Fin dagli studi universitari al professionista infermiere gli viene raccontata la cura del paziente attraverso il profilo professionale, il codice deontologico, il patto infermiere cittadino e non ultima la storia della nascita dell’infermieristica attraverso le teoriche, che raccontano di donne devote ai militari .

Quindi direi che in questo percorso di studi prima e lavorativo poi, e soprattutto percorso di crescita personale, viene a mancare l’attenzione e principalmente l’ascolto all’operatore che ha anch’esso dei bisogni da rispettare e un corpo da amare, per poter star bene prima di prendersi cura dell’altro.

Come la mamma sufficientemente buona di Winnicot che riesce a prendersi cura del suo piccolo essendo prima in equilibrio con se stessa.

Credo che la DMT sia il mezzo utile al raggiungimento di questo obiettivo perché permette l’esplorazione delle proprie emozioni così delicate attraverso l’uso del proprio corpo che spesso porta fuori e parla prima della parola.

Il corpo che, protagonista della vita di relazione e dei processi comunicativi, vive di relazione e “si ammala” di relazione. Infatti, il linguaggio verbale trasmette i contenuti informativi della comunicazione, ma e attraverso il corpo che la relazione si modula e si produce. Il corpo animato dalla vita delle emozioni ne esprime dolorosamente i disagi, ma è dotato di un grande potenziale creativo di auto-guarigione.

Prendersi cura di se, del proprio benessere emotivo, richiede lo sviluppo di un’attenzione cosciente e sensibile al corpo che noi siamo.

E’ con il corpo, come complesso capace di produrre, scambiare segni ed esprimere significati, come organizzatore di comunicazione, come luogo di vissuti e di emozioni, corpo sapiente, acuto, capace di conoscenza, che ciascuno di noi mette in gioco vicinanza o distanza, accoglienza o chiusura, empatia o identificazione, motivazione o de-motivazione, appartenenza o individualismo, flessibilità o rigidità.

…..Tutti questi aspetti non si riferiscono solamente a categorie concettuali, ma si connotano profondamente sul piano affettivo-emozionale e trovano nel corpo e attraverso il corpo forma ed espressione.

I laboratori a mediazione corporea e di danzamovimentoterapia che caratterizzano il setting dell’itinerario formativo, utilizzano il movimento come fatto psico-emozionale e come dimensione simbolica attraverso cui è possibile esperire la stretta correlazione esistente tra movimento ed emozione.

I partecipanti saranno coinvolti in laboratori esperienziali sia sul piano estetico (conoscere attraverso il corpo,attraverso la sensazione ed i sensi), sia sul piano cognitivo (dare un senso alle cose attraverso i linguaggi e le diverse forme di rappresentazione).

Il corpo esprime le emozioni attraverso la propria motricità e le proprie posture: poterle guardare, viverle e riconoscerle consente di poterle maggiormente controllare. L’utilizzo di alcune tecniche di danzamovimentoterapia consente di creare un’area transizionale di gioco (Winnicot) in cui i vissuti possono essere ritualizzati e simbolizzati. L’integrazione tra il corpo-soma e il movimento inteso come possibilità espressiva individuale attenta al proprio limite personale, l’incontro con l’altro all’interno di un gruppo accogliente e protettivo, rendono possibile la costruzione di climi e relazioni positivi, fiduciosi e gioiosi con il recupero di uno sguardo più benevolo nei confronti di se stessi, dell’altro e del gruppo.

Prendersi cura di sè, per potersi curare, ancora, dell’altro.

Essere-per-gli altri e stare-presso-di-se.

“Dunque guaritori potenti perchè feriti e non guaritori onnipotenti, sensibili alla sofferenza ma anche al potenziale di guarigione interno a se e al malato.”

DMT e Bambini di asilo nido tra i 2 e i 4 anni di età

 

Per il bambino il corpo è il primo strumento del sentire, del conoscere, del comunicare e del relazionarsi.

In un percorso di danza terapia dedicato ai bambini, è possibile il viaggio di conoscenza di sé attraverso le parole, ma soprattutto attraverso il corpo.

Migliorare le abilità di movimento del bambino significa migliorare la sua capacità di comunicare con il mondo.

La danza terapia mette il bambino in relazione con se stesso esplorando, imparando, maneggiando e usando.

Per ogni bambino è importante sentirsi essere che cresce e che cambia nel tempo.

Crescere è movimento e i bambini hanno bisogno di muoversi mentalmente e fisicamente, di essere stimolati per avere una crescita sana.

Il movimento riveste un ruolo importante in questo processo di costruzione dell’auto immagine del bambino.

Ho individuato sostanzialmente 4 aree di bisogni da parte del bambino:

1. il se` e l'altro: il bisogno di autonomia, autostima, identita`, rispetto altrui, lavoro di

gruppo;

2. il corpo, il movimento e la salute; rientrano in quest'area la consapevolezza

corporea, le abilita` motorie, l'espressivita`, la cura del corpo, la rielaborazione

dell'affettivita` e delle emozioni attraverso il corpo e il movimento;

3. fruizione e produzione di messaggi (narrazione, descrizione, ascolto);

4. esplorare, conoscere, e progettare (coltivare interessi, inclinazioni, sviluppare la

fantasia, osservare per imparare, giocare e sperimentare le potenzialita` del proprio

corpo per misurarsi con gli altri, per divertirsi, per riconoscersi in un gruppo).

La DanzaTerapia, vuole essere un approccio al movimento che ha come sua caratteristica principale l'uso del corpo a fini espressivi, comunicativi e educativi. La danza quindi come linguaggio comune e come canale privilegiato per accedere a un sentire artistico, che sviluppi una forma naturale e spontanea di movimento non stilisticamente codificato, che trovi nel suo libero organizzarsi e strutturarsi lo spazio adatto per la nascita di un codice personale di comunicazione.
Il linguaggio della Danza Terapia, è dato da un insieme di varie modalità espressive, che seppur favorendo l'utilizzo del corpo, spesso esiste una contaminazione tra i vari linguaggi; l'utilizzo infatti, di oggetti, immagini, colori, voce ecc. che sono molto utili e interessanti per arricchire di ulteriori stimoli il lavoro.

Infatti, la danza è il primo linguaggio con il quale entriamo in contatto fin dai primi giorni di vita, cosicchè il bambino si esprime attraverso il corpo e instaura una relazione con la madre basata principalmente sul linguaggio corporeo.

La danza appartiene da sempre alla cultura di ogni popolo ed è storia dell'evoluzione umana e culturale dell'uomo. E’ un linguaggio universale che non conosce confini e che nasce istintivamente per poi assumere significati e connotazioni diverse a seconda di chi la esegue. Attraverso la danza si entra in contatto con le emozioni e con il fascino che è in grado di trasmettere un corpo che si muove in sintonia con la musica. Entriamo in relazione con quel corpo, quello sguardo, il significato di quei passi e di quei gesti.
Si crede fortemente che incontrare la danza sia un'esperienza emozionale molto intensa e lo sia a maggior ragione per i bambini. Per questo si pensa che conoscere la danza, come movimento corporeo, rappresenti per loro un'importante occasione di crescita corporea ed emotiva.

  • Utilizzare il corpo come terreno delle quotidiane conquiste di apprendimento
  • Lavorare sui piani dello sviluppo personale del bambino con le competenze motorie e linguistiche
  • Sperimentare la dimensione gruppale, come modo positivo dello stare in gruppo, come socializzazione e comunicazione con gli altri
  • Educare all’osservazione e al confronto
  • Promuovere la crescita emotiva e psicologica
  • Guidare i bambini all’uso creativo, fantasioso e originale del proprio movimento
  • Apprendere nuovi schemi motori attraverso una dimensione imitativa
  • Elaborare le nuove esperienze corporee da adottare alle strutture già esistenti
  • Stimolare la percezione di entità corporea, intellettiva e spirituale del bambino
  • Adattamento e organizzazione dello spazio attraverso la costruzione dei propri schemi mentali e motori
  • Sviluppare lo stato mentale del bambino alla sua crescita organica

Attraverso l’uso d’ immagini, filastrocche , fiabe e materiali vari si procederà con la costruzione di un percorso fiabesco in cui il bambino potrà sperimentare le forme corporee provenienti dalle immagini proposte

( prendere forma e adattarla al mondo esterno è infatti, la prima funzione del corpo nel processo evolutivo). Attraverso l’uso della ripetizione dei movimenti si potranno esplorare nuovi schemi motori, scoprendo le parti del corpo attraverso l’utilizzo dello spazio del tempo e del peso. Percorrendo la dimensione del gruppo il bambino scoprirà il senso di appartenenza e di confronto come relazione e comunicazione con l’altro.

L’uso della musica come contenitore altro da utilizzare durante gli esercizi di movimento corporeo.

 

To see more or discuss possible work let's talk >>

Progetto| 01

Progetto | 02

Project | 03

bottom of page